Organizzare Italia fa parte di Next Generation Cloud Pioneers: la prima rete B2B di cloud storage distribuito in Europa
È educativo e affascinante osservare come sono organizzate le api, l’alveare infatti può vantare una delle strutture sociali più avanzate in natura e sfoggiare un livello di organizzazione e funzionalità estremamente elevati. Forse non è un caso dunque che noi di Organizzare Italia, che di organizzazione ci occupiamo da sempre dedicandole tutta l’attenzione e lo studio, ci siamo trovati attratti da un progetto che proprio ad un alveare si ispira, e che ci ha conquistato per più di un motivo.
Progetto italiano ma globale
Il progetto, riconosciuto a livello globale e davvero molto ambizioso, si chiama Next Generation Cloud Pioneers e ci è stato proposto da Cubbit, azienda nata come start-up accreditata dall’Università di Bologna e ora partner del progetto Europeo Gaia-X, che contribuisce a costruire il Web 3.0, ovvero l’internet del futuro, basato sulla combinazione tra tecnologie centralizzate attualmente esistenti e nuove tecnologie distribuite. Per capirci Cubbit si offre come alternativa ai colossi della Silicon Valley Google Drive, Dropbox, One Drive.
Tra gli obiettivi di una Società Benefit come la nostra c’è quello di scegliere i fornitori in base a degli specifici criteri, tra questi la vicinanza geografica. L’imprenditoria italiana va riconosciuta e premiata ogni volta che se lo merita. A maggior ragione se il team è composto da persone giovani, disponibili e molto competenti. E questo è un progetto basato su tecnologia al 100% italiana, su idea italiana, con capitale italiano e ingegneria italiana.
Piccole arnie, grandi sciami
Abbiamo aderito, tra le prime 40 aziende, per far nascere la prima rete privata di cloud storage distribuito in Europa. Possiamo essere quindi considerati a tutti gli effetti pionieri nell’utilizzo di questo nuovo modello di cloud che sta emergendo e che è destinato a cambiare il modo in cui si salveranno i dati in futuro.
La rete distribuita funziona in questo modo: abbiamo ricevuto alcune Cubbit Cell, dispositivi esagonali proprio come i favi dell’alveare, da connettere facilmente ai router aziendali o direttamente a casa dei collaboratori. I dispositivi, insieme a quelli delle altre aziende partecipanti, costituiscono lo “sciame” ossia l’insieme di nodi che permettono di creare la rete distribuita. In questo modo siamo al contempo utilizzatori dei servizi ma anche contributori allo sviluppo della rete.
Impatto ambientale
Ricordando che “il digitale inquina il doppio del trasporto aereo”, secondo le parole del Min. Cingolani, questa forma di architettura distribuita assicura una forte attenzione all’impatto ambientale, perché è sicuramente una scelta ecologica. I dati non vengono più condivisi con fornitori di servizi cloud esterni e soprattutto non vengono salvati in datacenter centralizzati che, surriscaldandosi, richiedono un largo uso di elettricità per il raffreddamento con conseguenti ripercussioni sull’ambiente. L’infrastruttura permette di evitare fino a 40.000kg di emissioni CO2 all’anno per ogni Petabyte salvato rispetto a un data center tradizionale. Per ogni Terabyte così immagazzinato viene risparmiata l’emissione di 40kg di C02 all’anno, l’equivalente di quanto sarebbe prodotto guidando un’auto a benzina per 360 km.
Sovranità del dato
Il cloud distribuito è uno dei trend tecnologici dei prossimi anni e Cubbit è l’unica realtà europea ad aver sviluppato una tecnologia proprietaria in questo settore di avanguardia. Una delle sfide più importanti da qui in avanti a livello EU è quella dei dati e della loro integrità e sicurezza e “Gaia-X rappresenta un’iniziativa cruciale, per creare un ecosistema del cloud che sia rispettoso dei valori, delle pratiche europee e della loro integrità” (JC. Masset). Mantenere i dati entro i confini nazionali quindi è un valore aggiunto da non sottovalutare.
Sicurezza e privacy
La sicurezza nel salvataggio e condivisione delle informazioni sono garantite grazie alla frammentazione e alla distribuzione di ogni dato salvato. E viene applicata una tecnologia di cifratura zero-knowledge che significa che lo stesso cloud provider non può accedere ai contenuti degli utenti. Significa quindi che nessuno, se non il legittimo proprietario che ha salvato i dati, può accedervi.
Filosofia peer-to-peer
Oltre agli aspetti ambientali, di sicurezza e sovranità del dato, la forza del progetto a cui partecipiamo è la sua filosofia. Uno sciame di api è un’intelligenza distribuita, collettiva. Grazie alla potenza congiunta e combinata delle singole api riusciamo a creare delle soluzioni condivise e uno sciame con un’incredibile potenza. Un esempio dell’espressione ‘l’unione fa la forza’, un progetto ‘win-win’ dove ogni azienda che partecipa, ogni stakeholder, l’ambiente, la società, tutti ne usciamo vincenti. Ancor più orgogliosi quindi di farne parte.
La rete
Le aziende che come noi sostengono il programma Next Generation Cloud credono nella crescita di questa soluzione tecnologica e hanno l’obiettivo di definirne anche ulteriori campi applicativi. Le realtà che compongono questo primo gruppo di pionieri operano in svariati settori: aerospaziale, servizi, ICT e tecnologia, prodotti industriali, manifattura, automazione, meccanica di precisione, cooperative, consorzi, pubblica amministrazione, agroalimentare e beni di largo consumo, consulenza e formazione.
Queste le altre imprese che con noi stanno dando vita alla prima rete privata di cloud distribuito:
Aeroporto Marconi di Bologna, Amadori, Coopservice, Bonfiglioli, Deco Industrie, Pelliconi,
e poi ancora APRIL, 2050+, BC Soft, Blockchain Italia, CNS, Comune di Marcheno, Confirmo, CPR System, Crabiz, CSF Inox Group, Dekal Fotoceramiche, EventBoost, Fedabo, Finchimica, Gellify, GMDE, Guglielmo, ICT Group, Imola Informatica S.P.A., Jacobacci, Keyless, KPI6, La Petroniana, Legacoop Bologna, Memori AI, Open Group, Poggipolini, Quid Automazioni, SCM Group, Security Reviewer, smeup, Todema, Uania.
Infine l’iniziativa imprenditoriale conta tra i suoi investitori globali Barclays e Techstars, che sono tra i top 3 degli acceleratori di startup a livello mondiale, inoltre collabora attivamente con istituzioni quali il CERN e la Commissione Europea e leader di mercato come Linkem e Samsung.
Alcune uscite stampa sul progetto con la nostra partecipazione:
https://www.punto-informatico.it/cubbit-cloud-storage-distribuito/
E per approfondire: https://www.wired.it/article/cloud-distribuito-cubbit-iot/
