Il professional organizer lavora al tuo fianco, non al tuo posto

Il lavoro del professional organizer è fatto di tante componenti diverse, alcune di queste sono pressoché costanti, altre magari dipendono dalla specializzazione in cui il professionista opera. Tra quelle costanti è centrale il rapporto con il cliente: dal primo momento in cui avviene un contatto, fino alla fine di tutto il lavoro svolto, e direi anche oltre, nel tempo.
Quando scegli di fare il P.O. lo fai perché, tra le altre cose, desideri stare a contatto con le persone e relazionarti con i tuoi clienti in maniera diretta, sia che tu lavori in presenza, che da remoto, ovviamente.
Sperimentare la sensazione di essere di aiuto alle persone che vivono una difficoltà organizzativa nella loro vita e riuscire a trasmettere loro qualcosa di utile e trasformante, è fonte di grandissima soddisfazione per un P.O.!
Il fulcro del lavoro del professional organizer è il percorso che il professionista svolge con il suo cliente: gli strumenti, le tecniche, le app o gli organizer vengono dopo, in secondo piano. Prima di tutto viene la relazione di fiducia e supporto che il professionista instaura con il suo cliente.
Un rapporto che si basa sulla fiducia
Uno degli aspetti che curiamo moltissimo nei corsi di formazione per professional organizer è quello dell’approccio con il cliente. Il professionista formato infatti non solo avrà le competenze per condurre con sicurezza tutte le fasi dell’intervento, ma avrà anche la capacità di relazionarsi con il cliente in modo professionale e proficuo, sapendo porre le domande giuste, e riuscendo a rappresentare per il suo cliente una figura di riferimento di cui fidarsi.
L’elemento fiducia infatti è fondamentale per quello che vuole essere il percorso di lavoro che il P.O. svolge con il suo cliente, questa fiducia si costruisce soprattutto con una buona capacità di ascolto, con un atteggiamento mai giudicante e con il riconoscimento da parte del cliente di affidabilità e competenza.
Un’altra caratteristica fondamentale di questa professione è che il lavoro si svolge come un viaggio che si compie insieme, che può durare un giorno o anche mesi. Ecco perché il professionista lavora sempre a fianco del cliente, e non al suo posto. Significa che il cliente viene sempre coinvolto, anzi: è il protagonista del percorso.
Il cliente protagonista
Nel vivere l’esperienza di percorso con un P.O. ci si accorge che la presenza del professionista è fondamentale per diversi motivi, tra cui:
– svolge la funzione di guida, per non perdersi durante percorso
– mette a disposizione conoscenze e competenze
– permette di superare gli eventuali momenti di demoralizzazione
– risolve possibili intoppi o difficoltà
– garantisce il mantenimento del focus sull’obiettivo stabilito
– rappresenta un riferimento per il cliente, a cui rivolgere dubbi o domande per avere indicazioni utili.
Ma in tutto questo la figura fondamentale è il cliente, perché il professionista lavora sempre tenendolo al centro dell’esperienza.
E tutto questo non potrebbe avvenire se il cliente non fosse sempre presente e partecipe del lavoro. Per il cliente questo percorso è certamente impegnativo, ma è anche molto trasformante!
Un cliente che si mette in gioco
Il cliente che chiama un P.O. ha già compiuto un grande passo: ha chiamato qualcuno per farsi aiutare a risolvere un problema. E già questo passo è importantissimo e denota già quanto la persona si sia fatta carico di cercare la soluzione. Poi nell’esperienza di percorso con il P.O. il cliente è chiamato a mettersi molto in discussione: esprime le sue difficoltà, a volte anche provandone vergogna, poi scopre quali cose faceva che non erano funzionali, riconosce alcuni suoi sbagli, ma poi soprattutto scopre nuovi modi di vedere e fare le cose, acquisisce nuove conoscenze e magari nuove abitudini, a volte impara anche a fare qualcosa di nuovo.
Questo viaggio non potrebbe compiersi se il cliente non fosse il protagonista del lavoro. Certo, ogni P.O. saprebbe fare da solo, e farebbe un buon lavoro: veloce ed efficace. Ma che senso avrebbe? Quello che conta non è solo il risultato, ma è la strada che è stata fatta per arrivarci. E’ quello che il cliente scopre e impara, é il modo in cui si trasforma, che conta.
Ecco perché è così importante che il P.O. lavori sempre con la presenza del cliente, e non in sua assenza. E che il cliente sia coinvolto e operativo, non spettatore immobile. In certi casi ci possono essere anche delle eccezioni, ma nella sua essenza il lavoro del P.O. si svolge sempre affiancando il cliente, con il preciso scopo di trasmettere conoscenze e informazioni, per insegnare come fare, un nuovo metodo per gestire le sue cose e le sue risorse. Potremmo chiamarlo un lavoro di comunicazione e formazione, anche se magari si svolge in un garage, o in una consulenza on line per l’uso del calendario!
Quando hai lavorato con un professional organizer, che sia negli spazi della tua casa, o per la gestione delle tue attività, alla fine non sei mai uguale a com’eri quando hai iniziato.
Che siano passate quattro ore o quattro settimane.

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