L’importanza delle pause
Una delle buone regole che incidono su una soddisfacente organizzazione personale è prevedere, nella propria programmazione del tempo e delle giornate, alcuni importanti momenti di pausa.
Il cervello, è noto, ha bisogno di rigenerarsi per lavorare bene, per funzionare correttamente e garantire la propria prestazione. Quando si lavora, si studia o si dedica la propria attenzione a qualcosa è auspicabile prevedere qualche minuto di pausa, dopo circa 45 minuti di lavoro, per poi riprendere con più focalizzazione. Il cervello in questo modo appare rinfrescato e capace di concentrarsi di nuovo con maggiore intenzione. D’altronde almeno un paio di metodi esemplari, molto noti nell’ambito dell’organizzazione personale, ribadiscono quanto siano importanti le pause. Francesco Cirillo, ha ideato la tecnica del Pomodoro, uno strumento rinomato utilizzato da milioni di persone in tutto il mondo. L’obiettivo di questo semplice strumento è quello di portare al miglioramento della propria efficienza e produttività attraverso momenti di concentrazione (25’) e pause regolari di cinque minuti. Anche la tecnica del Flowtime, di Dionatam Moura, cerca di fornire gli stessi vantaggi della tecnica del Pomodoro, senza l’interruzione programmata, ma permettendo al cervello di lavorare fino a che ne ha voglia e consentendogli di interrompersi quando ne sente il bisogno. Anche in questo caso la pausa c’è, anche se non programmata, e acquista un grande valore per la riuscita del metodo.
Oltre alle pause rigeneranti, quelle che è bene applicare alle proprie giornate per affrontare con più energia i propri impegni e la propria vita, si aggiungono i momenti in cui il cervello ha decisamente bisogno di staccare la spina. Momenti importanti per ricaricare le batterie e non correre il rischio di esaurirsi. Possono essere piccoli gesti, come una passeggiata, una pausa di ozio per coltivare una passione, un rito per fare qualcosa che ci gratifica o una vacanza avventurosa o solitaria, fondamentale è dare valore a queste pause. Senza il riposo, senza staccare la spina, il cervello si svuota. E rischia di funzionare male quando ne abbiamo bisogno.
Secondo una ricerca condotta da Skyscanner, un motore di ricerca internazionale di voli, in collaborazione con la psicologa Rebecca Spelman, tutti dovremmo andare in vacanza più spesso, perché ciò potrebbe avere molti effetti benefici per la salute fisica e mentale. Per il 34% dei lavoratori intervistati, il primo periodo dell’anno, che va da gennaio a fine marzo, a livello lavorativo, è il più impegnativo e stressante. “Lavorare troppo è causa di stress e questo può iniziare a interferire con la nostra vita privata. Più si protrae questa condizione, peggiori sono gli effetti su corpo e mente. Potresti sentirti stanco, avere delle difficoltà di concentrazione, iniziare a sentirti irritabile e avere degli sbalzi d’umore anche per le situazioni più insignificanti. Prenderti una vacanza ti aiuterà a rilassarti e recuperare un po’ di energia” si evince dallo studio.
Trovare il tempo per prendersi una vacanza, lontano da ufficio, scuola, cellulari e tablet è assolutamente fondamentale per la salute del nostro cervello. Al contrario negarsi una vacanza significa innescare un meccanismo che diminuirà creatività, focalizzazione e problem solving. D’altronde non siamo fatti per essere sempre in tensione e allertati, in perenne stato di stress, per cui è importante assecondare il fisiologico bisogno di staccare la spina e concedersi pause rigeneranti e antistress.
Per assecondare il nostro cervello e avvicinarci con più fiducia al rigenerante periodo delle vacanze estive ecco pochi e utili suggerimenti:
-abolire la connessione internet 24 ore su 24
-prendere le distanze dalla responsabilità del lavoro e segnalare agli altri che siamo momentaneamente assenti con un semplice “out of office”
-scegliere i propri momenti di svago assecondando i propri desideri.
Noi di Organizzare Italia lo faremo e tu?
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