Breve storia di una disordinata
I vestiti di Elena, sulla sedia in camera da letto, crescono ammonticchiati e la pila si fa sempre più alta. Elena è criticata per il suo disordine; dovrebbe mettere a posto quei vestiti, così vuole il suo compagno. Ma lei rimanda, dicendo che nell’armadio c’è poco spazio. Non è soltanto dell’ordine in casa che non vuole più occuparsi, più in generale le pesa molto fare ogni genere di lavoro domestico. Riesce a collaborare solo in caso di necessità.
Nella plafoniera del salotto ci sono tanti moscerini morti veramente brutti a vedersi. Lui prende l’iniziativa e chiede di aiutarlo. La plafoniera è sul soffitto proprio sopra il tavolo che però è ingombro di libri, di carte, di fotocopie, quasi tutte sue, di Elena. Il bisogno di fare spazio fa sì che lei riesca a raccogliere tutte quelle carte sparse e a dare loro un ordine. La plafoniera adesso può essere pulita e liberata dai moscerini che vi erano caduti dentro.
È solo sull’urgenza che Elena riesce a fare queste cose in casa e a collaborare. Non vorrei fare niente in casa, né lavare, né mettere a posto, né cucinare. Proprio niente. Vorrei tornare dalla mia giornata di lavoro, mangiare e riposarmi. Quando vivevo con mia madre o con i nonni ho dovuto fare tante cose per loro. Nessuno mi ha aiutato. Mia madre, che è invalida da tanti anni, non si muove dal letto. Tutto io ho sempre dovuto fare. Sono arrabbiata per questo.
Quella sedia piena di vestiti attende una madre che li metta a posto; una madre che non verrà mai a farlo. Così la richiesta è spostata su di lui, sul suo compagno, sostituto materno a cui ella chiede di cucinare, di lavare i piatti, di accudirla. Finché non avrà esaurito quella rabbia per aver dovuto fare sempre lei tutto in casa, quei vestiti resteranno. Ogni giorno, ogni volta che un nuovo vestito viene messo sull’altro, si rinnova una richiesta che però non verrà mai esaudita.
Questa è la breve storia di Elena, una giovane donna di cui tutti parlano come di una persona disordinata. *
Giovanni Starace è uno psicologo, docente in Psicologia Clinica all’Università Federico II di Napoli. Nel libro da cui è tratto questo brano, racconta e indaga la relazione tra le persone e le cose, con anche racconti personali e di alcuni suoi pazienti. È un’indagine molto approfondita, sul perché si tengono le cose, sulle motivazioni razionali e logiche o totalmente anarchiche ed emotive.
Riconoscere la disorganizzazione
La nostra relazione con le cose incide non solo sullo spazio che queste occupano intorno a noi, ma anche dentro di noi.
La disorganizzazione cronica non è una patologia e nemmeno una malattia. È un processo che può durare mesi, anni, che può avere una causa scatenante o nessuna in particolare, che lentamente si appropria di tutti gli aspetti della nostra vita, spesso partendo da una cosa che si somma ad un’altra e poi un’altra…. E spesso quando ce ne rendiamo conto, non sappiamo da dove partire, e ci rinunciamo.
Chiedere aiuto
Uno degli aspetti che mi ha da subito spinto a lavorare come professional organizer in questo ambito è il risvolto sociale che la disorganizzazione cronica ha sulle persone: il senso di vergogna per come si presenta la propria casa conduce a non aprire più la porta ad amici e famigliari, non mantenere le scadenze e gli impegni sul lavoro porta ad avere sempre meno responsabilità e ad essere trattato da colleghi e superiori come una persona inaffidabile e inefficiente. Questi sentimenti di vergogna, frustrazione, insicurezza portano le persone ad un lento ma progressivo isolamento. Ed è quindi importantissimo per i famigliari e gli amici e le persone che vivono a contatto e conoscono un disorganizzato cronico saperlo riconoscere, sapergli offrire aiuto, non giudicarlo ma supportarlo.
Non si è disorganizzati per pigrizia, sciatteria, negligenza: non si riesce a non esserlo. E chiedere aiuto e offrirlo è il primo passo.
Se hai bisogno di aiuto puoi contattare Irene Novello al 3478747150 o scriverle a irene@organizzareitalia.com
Se vuoi approfondire l’argomento, conoscere la disorganizzazione cronica e il disturbo da accumulo puoi iscriverti al corso di Organizzare Italia: Capire la Disorganizzazione cronica.
*Giovanni Starace “Gli oggetti e la vita” Donzelli Editore, 2013
