Elogio della lentezza
In un film di qualche anno fa con Adam Sandler, “Cambia la tua vita con un click”, il protagonista, Michael Newman, è un architetto molto preso dal lavoro. La sua smania di fare tutto lo porta a desiderare che il tempo scorra più velocemente per oltrepassare alcune attività e arrivare alla sua agognata promozione. Un giorno incontra un misterioso individuo, Morty, che gli dona un telecomando universale con il quale potrà mandare avanti e indietro il tempo. Con un solo click Michael potrà accelerare alcuni momenti della sua vita per giungere velocemente ad altri. Ben presto il telecomando, che avrebbe dovuto facilitargli la vita, sfuggirà al suo controllo e Michael si troverà ad aver perso tanti momenti importanti per lui a causa della accelerazione del tempo…
Molti di noi hanno desiderato velocizzare o rallentare il proprio tempo a seconda che fossimo impegnati in attività importanti e divertenti o noiose e sentite come inutili. Vivere con lentezza o con velocità la vita, le attività, gli episodi, i frammenti di tempo attiene a scelte personali, esigenze individuali, indole, stile di vita. Ma imprimere al proprio tempo, e a quello della proprie attività, una velocità innaturale può portare all’errore, essere fonte di stress, di malattia, di inquietudine, di insoddisfazione.
Come possiamo metterci a riparo da questi rischi?
Come arrivare a non dover fare tutto troppo velocemente? La prima cosa da fare è cercare di capire cosa ci ha indotto a velocizzare, e a desiderare di velocizzare, il tempo. In genere si desidera che il tempo scorra velocemente, oltre che quando aspettiamo una buona notizia, quando:
- stiamo facendo qualcosa che non vogliamo fare, ci siamo sentiti costretti a farla, non abbiamo saputo dire di no, non abbiamo compreso esattamente cosa avrebbe comportato per noi, non sapevamo se avremmo potuto essere fedeli alla parola data.
- stiamo facendo qualcosa che è diventato urgente fare e quindi obbligatorio, abbiamo rimosso e rimandato a lungo di fare quella cosa e ora siamo costretti a farla con urgenza avendo a disposizione un tempo, forse, insufficiente.
- stiamo facendo una cosa che non siamo in grado di fare, non abbiamo gli strumenti o le capacità o le informazioni, ma non ci siamo posti il problema fino al momento di farla.
In ciascuna di queste circostanze alcuni strumenti dell’organizzazione, da mettere in atto prima, sono molto utili e fonte di soluzioni.
Se impariamo a programmare infatti, tranne per gli imprevisti, possiamo tenere alla larga le cose urgenti, che saranno attività importanti e programmate da svolgere con il tempo necessario a portarle a compimento. Il momento della riflessione che è insito nella programmazione consentirà inoltre di valutare cosa siamo in grado di fare ed eventualmente chiedere aiuto o la collaborazione e permetterà di sperimentare la delega e la collaborazione che possono alleggerire il carico delle giornate. Inoltre avendo chiaro cosa è importante fare è più facile valutare se è opportuno accettare un impegno, o un invito, ed eventualmente scegliere di dire di no.
Un ostacolo da superare, se vogliamo vivere con lentezza, è la convinzione, e la cattiva abitudine, che fare le cose velocemente sia più produttivo e che fare più di una cosa volta sia la soluzione di fronte a giornate ricche di impegni.
Ancora una volta il rischio è quello di commettere errori, per cui su quelle attività dovremo tornare e spendere ancora del tempo prezioso. Inoltre il rischio è quello di stressare inutilmente il nostro cervello, costretto a passare da un’attività all’altra con grande fatica e con un dispendio inutile di energia.
Questa cattiva abitudine, che riguarda molti, da un punto di vista personale può essere sradicata con alcune semplici mosse. Innanzitutto imparando a fare una stima, anche larga, del tempo necessario per svolgere e concludere una certa attività o la porzione di attività che volevamo portare a termine. Poi imparando con disciplina a fare una cosa per volta e dedicando a questa cura, attenzione e concentrazione e dando valore al tempo della pausa tra un’attività e l’altra come momento utile a chiudere quell’attività e a recuperare e raccogliere energie per passare ad un’altra cosa. Infine anche rimettere al centro il tempo per l’osservazione, la valutazione e la riflessione è importante, perché il pensiero lento, alla base di attività scientifiche e creative, è fondamentale a cogliere rischi e buone opportunità.
