Metodo Konmari, ovvero il magico potere del riordino
Metodo Konmari, ovvero il magico potere del riordino
Il metodo Konmari è sbarcato in Italia e a quanto pare dalle vendite (e dai vari riscontri in rete) del relativo libro ‘Il magico potere del riordino – il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita’ (di Marie Kondo – Ed. Vallardi) pare avere un discreto successo. Cosa ha questo metodo che piace così tanto?
A mio parere ci alcuni punti validi e altri meno:
– L’approccio piuttosto categorico non da possibilità di soluzioni intermedie, o è bianco o è nero punto. Per noi italiani che vediamo tutto a sfumature individuali è un modo di vedere le cose molto affascinante, anche se forse non sempre funzionale per la nostra mentalità.
– Il metodo esorta a puntare alla perfezione, noi italiani così abituati all’approssimazione sentiamo un senso di attrazione, fascino e forse un po’ di invidia. Anche in questo caso però non sono proprio convinta che l’approccio sia vincente rispetto alla nostra forma mentis.
– Non suggerisce un metodo personalizzato, ma impone un metodo valido per tutti. E allora se va bene per altri perché non dovrebbe andar bene anche per me? Vale la pena provare.
– Buttare via tutto: anche qui pochi mezzi termini, i sacchi di immondizia devono essere colmati e buttati senza alcun tentennamento. Il lato emozionale non viene molto preso in considerazione, così come la seconda vita da donare agli oggetti, che non per forza devono finire tutti in discarica.
– La Kondo ci consiglia di riordinare tutto per categorie: sicuramente è uno dei sistemi adottabili, ma non è l’unico e nemmeno l’unico che funziona. Ma soprattutto le categorie prese in esame sono ovviamente molto giapponesi e talvolta poco applicabili alla nostra realtà.
– Un’altra delle regole suggerite è: la casa dei vostri genitori non può diventare un rifugio dei ricordi. Con questo punto concordo appieno, perché far scontare ai nostri cari le nostre decisioni non prese? Hanno diritto anche loro, come noi, di vivere i propri spazi (anche se grandi) come vogliono, senza influenze esterne.
– Non posso poi non essere d’accordo con la regola ‘decidete la collocazione per ogni cosa’; se non volete perdere minuti preziosi a cercare le cose questo è l’unico metodo valido.
– L’assoluto distacco dalle teorie sul flusso di lavoro e sulla frequenza d’uso mi lascia invece piuttosto perplessa. Nella mia concezione la giornata è un continuo flusso di attività e più queste sono fluide più lo stato d’animo è piacevole. Inoltre favorire la vicinanza degli oggetti che usiamo più di frequente mi sembra sensato.
– Anche l’eliminazione di contenitori e divisori non mi esalta; sicuramente non serve averne troppi, ma il giusto numero può essere di grande aiuto nella gestione dell’organizzazione.
– Infine la teoria fondamentale del libro mi trova completamente concorde: eliminare ciò che non serve e organizzare ciò che rimane può avere un effetto veramente magico sulla nostra vita. L’ho visto, e me l’hanno confermato i miei clienti, e lo rivivo ogni giorno su di me. E su di te che effetto ha il riordino? Hai letto il libro?
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