ADHD e Disorganizzazione
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Che cos’è l’ADHD
Nonostante si pensi sia un disturbo recente, i primi studi sull’ADHD risalgono al 1900. Nel 1902 il Dott. George Still – pediatra inglese – ha descritto per primo i sintomi dell’ADHD in una serie di articoli pubblicati su Lancet, ma studi e ricerche di approfondimento in materia sono iniziati a metà degli anni ’40 e recentemente l’ADHD è una delle sindromi infantili più studiate al mondo.
Il Disturbo da Deficit d’attenzione/Iperattività è “un disordine neuropsichico dovuto ad alterazioni funzionali di specifiche regioni del Sistema Nervoso Centrale (SNC), in particolare dei gruppi di neuroni coinvolti nei processi di inibizione e autocontrollo (corteccia prefrontale e gangli basali); tale disturbo neurobiologico si manifesta nell’alterazione dell’elaborazione delle risposte agli stimoli esterni.” Citazione https://iscbettifermo.edu.it/wp-content/uploads/sites/99/ADHD.pdf
I sintomi includono disattenzione (incapacità di rimanere concentrati) iperattività (eccessivo movimento on giustificato) e impulsività (reazioni e azioni senza motivo apparente). Per una descrizione del disturbo si può consultare: https://www.aidaiassociazione.com/wp-content/uploads/2019/03/Marzocchi-Caratteristiche_principali_ADHD.pdf.
Il disturbo deve essere diagnosticato da uno psichiatra.
ADHD nei bambini
Secondo le stime del National Institute of Mental Health americano, interessa il 3-5% dei bambini (ma secondo alcune stime colpirebbe il 10% dei bambini). In Italia il più recente studio, durato quattro anni rileva una prevalenza tra il 0,4% e il 3,6% di questa patologia nella popolazione di età compresa tra 6 e 18 anni. Assumendo il valore più basso, questa patologia riguarderebbe oltre 30.000 bambini e adolescenti. Questo numero comprende i quadri clinici di ogni livello di gravità. (Medico e Bambino, 2012).
Questo deficit viene spesso visto come un tratto caratteriale del bambino, o peggio, come una incapacità dei genitori di controllarli.
Porta quindi il bambino ad avere delle scarse relazioni sociali e ad essere giudicato in modo superficiale per i suoi comportamenti, come se fosse una colpa, e non come qualche cosa che non può controllare.
ADHD negli adulti
Nell’ultima versione del Manuale diagnostico e statistico (DSM V, 2013) si pone l’attenzione anche sulla presenza dell’ADHD negli adulti. Sebbene il disturbo inizi nell’infanzia, infatti, spesso il disturbo non viene diagnosticato fino all’età adulta, soprattutto quando i sintomi principali sono legati alla disattenzione piuttosto che alla iperattività. In Italia potrebbero soffrirne circa 2 milioni di adulti. (AIFA).
I sintomi negli adulti includono:
disattenzione
eccessiva concentrazione o mancanza di concentrazione
scarsa attenzione ai dettagli
problemi nel portare a termine un compito
impulsività
problemi di socialità e difficoltà nelle relazioni
disfunzioni esecutive
dimenticanze
difficoltà nella pianificazione e nel dare priorità
scarse capacità di gestione del tempo
disorganizzazione
Nel corso della loro vita e della loro quotidianità queste persone:
vanno incontro ad incidenti stradali con maggiore frequenza;
spesso non riescono a mantenere un posto di lavoro;
non di rado divorziano o hanno relazioni affettive fallimentari;
hanno difficoltà a gestire correttamente il loro patrimonio;
perdono opportunità importanti per la loro vita, non riuscendo a completare gli studi;
trascurano la propria salute. (AIFA)
ADHD e disorganizzazione
Le funzioni esecutive, secondo la definizione del Dott. Stuss, sono “una serie di abilità che permettono alle persone di creare obiettivi, conservarli in memoria, controllare le azioni, prevedere gli ostacoli al raggiungimento degli obiettivi.” Sono funzioni esecutive l’inibizione (focalizzare l’attenzione sui dati rilevanti, ignorando il resto), la flessibilità, la pianificazione, la memoria di lavoro, l’attenzione, il pensiero laterale.
Per una persona con ADHD, l’organizzazione e il raggiungimento degli obiettivi sono attività con cui combatte tutti i giorni della sua vita, e che incidono sulla loro autostima e sulle aspettative che gli altri hanno su di loro.
Come aiutare o iniziare ad organizzarsi?
1) decluttering graduale: per acquisire una nuova abitudine, ci vuole tempo e pazienza. Iniziare a buttare via la spazzatura ogni giorno è un buon inizio. Per allenare la decisione, prova a buttare almeno 3 cose al giorno, per una settimana. Decidi tu che cosa.
2) Fai associazioni positive: lavora sulla casa o su un’altra attività che non è particolarmente piacevole, cercando di associare qualche cosa che lo è: una musica, una bevanda, un
3) Mettere via: prova ad impostare alla sera un allarme per svuotare/riempire la lavastoviglie, piegare i panni e riporli, mettere a posto i giochi o la borsa della palestra…. Se lo fai tutte le sere, diventerà resto un’abitudine.
Ovviamente, l’ADHD è un disturbo complesso, e richiede una preparazione specifica per un professional organizer che voglia lavorare in questo ambito.
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