La filiera dell’organizzazione e il valore di avere un osservatorio di settore

Il tema della filiera dell’organizzazione può essere affrontato da più versanti, ma sempre e solo pensando a un mercato che esiste, che Organizzare Italia ha contribuito a realizzare e al quale soprattutto tende a dare risposte. In questo articolo della mia collega Sabrina Toscani, si parla di quando Organizzare Italia si è posta come obiettivo quello di alimentare un mercato legato all’organizzazione personale. Questa virtuosa intenzione affonda le sue radici nel 2013, anno in cui la nostra azienda ha cominciato a erogare corsi di formazione per professional organizer.
Negli anni Organizzare Italia è cresciuta e si è trasformata, si è evoluta da azienda di professional organizing a azienda di formazione all’organizzazione personale. Ha ampliato la propria offerta formativa al professional organizer, vasta e esaustiva, ma soprattutto si è aperta una fetta di mercato molto più ampia che è quella delle persone che in azienda, al lavoro, a casa, a scuola e nello studio vogliono organizzarsi meglio.
Oggi la nostra azienda ha moltiplicato la sua offerta e da essa ne è arrivata una maggiore autorevolezza all’interno della filiera dell’organizzazione, aprendosi al dialogo proficuo con diversi interlocutori e proponendosi come ispirazione e leader del mercato.
In questo processo di crescita non poteva mancare la capacità di porsi delle domande e anche quella di essere in ascolto e di restituire una lettura del mercato, della realtà, del contesto.
L’osservatorio di settore, l’ambito di ricerca e sviluppo di Organizzare Italia.
Quando ho iniziato a collaborare con Organizzare ho cominciato occupandomi di comunicazione, promuovere verso l’esterno questa professione e divulgare i benefici dell’organizzazione è stato il mio obiettivo. Ma non bastava raccontare ciò che stavamo facendo come azienda nel mercato dell’organizzazione personale, bisognava raccontare anche il perché lo stessimo facendo. Da questa posizione di interazione, dialogo e scambio con gli altri sono nate molte della mie più belle idee. Una tra queste è l’idea di realizzare la prima ricerca sulla disorganizzazione in Italia.
Con questa prima ricerca abbiamo dato tante risposte ai nostri interlocutori, primi fra tutti i giornalisti con i quali fino ad allora mi ero interfacciata e ai quali ho potuto fornire dati e percentuali, notizie golose talvolta, ma anche interessanti spunti di riflessione. Ma la prima ricerca condotta è stato un punto di svolta che ci ha condotto a porci tante altre domande, che ne hanno aperte altre fino a sentire la necessità di dare vita al settore ricerca e sviluppo di Organizzare Italia. Perché una frase che io adoro ripetere è che “non ci si deve innamorare delle soluzioni, ma del problema” e trovandomi a lavorare in un’azienda che da risposte organizzative alle persone, non potevo non pensare, attingendo alle mie competenze cognitive legate alla sociologia a un osservatorio di settore che avesse come obiettivo quello di leggere la realtà, osservare i fatti, porre e porsi domande, ascoltare e studiare il problema. Che è poi sempre la parte più affascinante e appagante del nostro lavoro, insieme alla funzionalità della soluzione.
La prima ricerca ha dato il via a un ventaglio ampio di interessi attorno al tema dell’organizzazione personale e all’interno dell’area ricerca e sviluppo ha trovato spazio il sondaggio condotto sull’organizzazione razionale della scrivania, che celebra il Desk Day, nato nel 2018 e che quest’anno ci ha permesso di pubblicare un testo agile e veloce capace di restituirci una fotografia di come gli italiani considerano e gestiscono il proprio spazio di lavoro.
In questi anni altri interessanti sondaggi e test hanno trovato spazio tra i nostri interessi e hanno alimentato il settore della ricerca e sviluppo di Organizzare, con lo scopo principale di conoscere e indagare il contesto e la realtà di mercato e offrire soluzioni e risposte concrete, alimentando la filiera dell’organizzazione.

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