Emanuela Tirabassi: “Inizio da me ad essere organizzato”, la Case History a scuola

C’è una regola imprescindibile in educazione: “non puoi dare quello che non hai e pretendere quello che non sei”. Significa semplicemente che i risultati degli sforzi educativi sono direttamente proporzionali alla coerenza di chi educa.
Faccio questa affermazione perché come Professional organizer per l’educazione e la scuola, vedo che questa condizione si ripete ogni volta che affianco un adulto coinvolto in qualche modo nel fantastico mondo educativo.
Il caso che voglio qui raccontare è quello di una insegnante che ha presenziato in classe ad una mia lezione ai suoi alunni, in un corso di formazione alle abilità organizzative erogato da Organizzare Italia per le scuole. Inizialmente pareva scettica, temeva forse di ascoltare le solite raccomandazioni per un apprendimento più efficace. Quando però abbiamo affrontato l’ambito della gestione dello spazio, ha iniziato a mostrare particolare interesse, facendo domande molto circostanziate. La sua curiosità era fortemente attratta dal legame tra spazio e produttività, tanto che quando ho proposto ai ragazzi di fare un progetto del loro spazio studio, della loro scrivania, mi ha chiesto se poteva farlo anche lei. Ovviamente ho risposto che era assolutamente possibile.
Una volta suggerito alla classe come procedere e mostrato gli oggetti indispensabili da inserire nel progetto, ho assegnato di fare il lavoro a casa e di portarlo alla lezione successiva dopo una settimana, così che avremmo potuto confrontarci e valutare per ciascuno le migliori soluzioni. Non so descrivervi il mio stupore quando, dopo una settimana, ho incontrato la stessa insegnante nei corridoi della scuola che, fermandomi, mi chiedeva se poteva mostrarmi il suo personale progetto. Era un “super progetto”, non solo disegnato bene e con ottime capacità grafiche, ma anche corredato di foto della sua scrivania “prima” del lavoro e “dopo”.
La sua esternazione è stata per me di grande soddisfazione, specialmente quando ha fatto queste affermazioni (peccato che non le ho registrate, ma sul momento ero troppo meravigliata…), ha detto sostanzialmente così: “sistemando il mio spazio di lavoro a casa, ho preparato per i miei ragazzi le lezioni più belle di sempre, curate e creative; ho verificato che se non sono organizzata io nel mio spazio non posso pretenderlo dai miei studenti e soprattutto ora so come ci si sente motivati quando il luogo dove studiamo o lavoriamo è funzionale e ci rappresenta. Dovrò rivedere anche lo spazio della classe, spero che i miei colleghi siano d’accordo”.
A buon intenditor…