Una nuova specializzazione per il professional organizer: organizzare il tempo
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Una delle prime novità di quest’anno da parte nostra per i professional organizer, a cui ne seguiranno tante altre, è l’attivazione del nuovo corso di specializzazione “Organizzare il tempo”.
Il tema del tempo è complesso e impegnativo, e quando il professionista dell’organizzazione interviene in questo ambito deve avere delle solide competenze, una forte capacità di mantenere il focus e di cogliere perfettamente gli obiettivi da porsi insieme al cliente.
Il tempo pervade tutta la vita e la sua gestione è percepita come problematica e difficile per la maggior parte delle persone, quasi impossibile infatti trovare qualcuno che non si lamenti di averne troppo poco e alla ricerca di qualche formula, anche magica, per riuscire a governarlo. Proprio per questo il professional organizer può porsi come punto di riferimento per cercare di dipanare la complessità e semplificare la vita di cliente.
A questo scopo il professionista ha bisogno di capire con quali strumenti e strategie potersi approcciare per garantire un intervento efficace che impatti positivamente sulla qualità del tempo del cliente, e quindi sulla sua vita.
Gli argomenti della specializzazione
Il corso approfondisce la modalità con cui il professionista interviene, che cosa succede nella consulenza e come avviene il suo intervento, a quali cose deve prestare attenzione e quali metodi può proporre, e tutto quanto è necessario sapere per potersi proporre in maniera professionale e autorevole. Attraverso il corso quindi si rafforzano la conoscenza di metodi e approcci, si apprendono le nozioni per affrontare con sicurezza gli interventi, si analizzano casi studio e si partecipa a giochi di ruolo per comprendere come operare per tendere alla massima soddisfazione del cliente.
I principali temi affrontati trattano la percezione del tempo, il suo collegamento con la gestione delle emozioni e dell’attenzione, le teorie e i metodi organizzativi per gestirlo, gli strumenti per organizzarlo e l’approccio nel trattarlo professionalmente.
Questa specializzazione è consigliata al professionista che abbia già un po’ di esperienza di supporto nell’organizzazione, magari anche solo nella gestione degli spazi, o che abbia partecipato almeno al corso base o avanzato, questo perché, come premesso, l’argomento dell’organizzazione del tempo è complesso e va affrontato con chiari intenti e obiettivi.
Alcune curiosità dal corso
Tra i temi affrontati ne anticipo qui alcuni per far conoscere qualche nozione inedita e dare un assaggio del corso.
Siamo abituati a percepire il tempo come una struttura rigida che risponde nel suo fluire a ferree regole, e infatti lo misuriamo e tentiamo di gestirlo attraverso strumenti inflessibili come l’orologio e il calendario. Una delle cose che analizziamo in questo corso è invece che il tempo è molto più soggettivo di quanto si creda, anzi si può quasi dire che ciascuno abbia il suo. La percezione e il senso del tempo non sono uguali per tutti e non sono stati sempre come sono oggi.
Il tempo non è uguale per tutti
Esiste una comunità nel mondo che non conosce la parola tempo, si tratta della tribù degli Amondawa dell’Amazzonia. Nella loro cultura non esiste nulla di simile a orologi o calendari, niente che cadenzi il tempo in mesi o anni. Gli abitanti di questa remota foresta del Brasile sembrano non possedere una nozione di tempo; gli eventi per loro avvengono in successione, ma l’unica cosa che li scandisce è la posizione del sole nel cielo. Nel loro vocabolario non ci sono parole che indicano mesi o anni o periodi più lunghi, non c’è infatti la suddivisione delle stagioni, non ci sono compleanni. Per gli Amondawa il concetto di tempo come entità astratta proprio non esiste, non riescono a mappare un evento nel tempo o a collocare un fatto nel passato o nel futuro, la loro mente semplicemente rifiuta quest’opzione. Per loro il tempo esiste solo in relazione all’avvicendarsi degli eventi naturali, ma non per se stesso, quindi non si può né afferrare, né immaginare, né tantomeno suddividere.
Non pensiamo che sia però una percezione così assurda: nella storia dell’essere umano le civiltà rurali sono riuscite sempre a funzionare senza il supporto di calendari e orologi, che sono un’invenzione che la società moderna ha ereditato dagli antichi Babilonesi. Con lo sviluppo delle società industriali abbiamo applicato a questi supporti sempre più regole e sempre più rigide, e oggi non ne possiamo più fare a meno.
Il tempo cambia nel tempo
Un esempio molto rappresentativo di questi recenti sviluppi del nostro rapporto con il tempo è dato dalla storia del fuso orario. L’intero pianeta ha cambiato il modo in cui decidere l’ora esatta… per colpa delle ferrovie americane! Il 19 aprile 1883 il New York Times riportava la notizia che negli USA esistevano ben cinquantasei standard di tempo impiegati dalle varie ferrovie del paese per regolare le corse dei loro treni. Faceva notizia il fatto che per il macchinista fosse impossibile sapere che ora era mentre viaggiava (e direi soprattutto che per i passeggeri fosse molto rischioso!). I treni infatti viaggiavano a velocità mai raggiunte dall’uomo ed emerse per le ferrovie il problema di fare i conti con l’infinità delle ore locali e di poter invece contare su orari affidabili. Così nacquero i fusi orari che in pochi anni furono adottati in tutto il mondo. A noi oggi sembra una cosa naturale che nasce dal nostro pianeta, invece è una soluzione artificiale di cui i nostri avi semplicemente non avevano bisogno.
Il tempo ci influenza
Un altro principio su ciò che si impara nel corso riguarda l’influenza che il tempo ha sul comportamento dell’essere umano. Un esempio per comprendere quanto sia importante essere consapevoli del tempo e dell’effetto che ha su di noi è dato dall’esperimento del buon samaritano. Questo fu eseguito su due gruppi di seminaristi a cui venne chiesto di recarsi in un edificio per tenere un discorso. Ad alcuni venne detto di fare con calma che c’era tempo, mentre ad altri venne consigliato di sbrigarsi perché già in ritardo e c’era chi li attendeva. Lungo il tragitto i seminaristi incontrarono una persona raggomitolata a terra in evidente difficoltà. La maggior parte dei seminaristi che non andavano di fretta si fermarono per prestare soccorso, mentre la maggior parte di quelli che andavano di corsa proseguì senza aiutare. Il discorso che dovevano tenere riguardava proprio la parabola del buon samaritano!
Come abbiamo visto quindi tante sono le ragioni per cui la percezione e il senso del tempo sono così complesse e variabili, e di conseguenza quanto sia difficile trovare risposte per riuscire a gestire e organizzare il tempo come si vorrebbe. Se sei curioso/a di approfondire l’argomento e acquisire nozioni e competenze per rafforzare la tua professionalità iscriviti subito al corso.
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