Il P.O. e lo stile di vita
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Riuscire a ritrovare equilibrio, priorità e tempo per sé non è affare da poco. E per questo molte persone chiedono l’aiuto di un esperto: un Professional Organizer.
Sì, perché questa figura professionale è in grado di vedere con occhio esterno il bilancio del tempo e delle energie di una persona e, grazie alle conoscenze delle tecniche di produttività e di gestione del tempo, può supportare la persona in un percorso personalizzato affinché possa ritrovare la propria serenità e voglia di fare.
Questo ambito di lavoro viene definito dai P.O. “stile di vita” ed è uno dei tanti aspetti che si approfondiscono nei corsi di Organizzare Italia.
È infatti importante capire che, oltre a un naturale talento organizzativo e una propensione all’ascolto, è necessario studiare e approfondire gli strumenti di gestione del tempo, energie e produttività. Così facendo la formazione diventa completa e passa dall’esperienza personale alla capacità di delineare delle linee guida utili a persone esterne, con esigenze peculiari, diverse dalle nostre.
Poi l’esperienza aggiunge l‘ultimo pizzico e il lavoro del P.O. si completa nel capire quali strumenti e quali tecniche siano via via le migliori in base alle diverse realtà dei clienti.
I P.O. dunque che si occupano dello stile di vita affrontano temi come la gestione dell’agenda, del flusso di informazioni, la pianificazione delle attività personali, ma anche la gestione delle proprie energie nel corso della giornata e il riappropriarsi del tempo per sé.
Questi sono solo alcuni esempi e per parlarci al meglio dello stile di vita ecco il punto di vista del presidente di Organizzare Italia, Sabrina Toscani, autrice del libro “Facciamo Ordine”.
- Quali sono le richieste in tema stile di vita più frequenti nella tua esperienza lavorativa?
Le richieste che riguardano lo stile di vita sono per mia esperienza le più complesse. La percezione della persona è quella di essere spesso in affanno nel corso della giornata, di dover fronteggiare troppe richieste rispetto a quello che sente di poter affrontare, questo genera una confusione rispetto a ciò che è necessario e importante fare o ciò che non lo è, ciò che è prioritario e ciò che non lo è.
Questo disordine è soprattutto mentale e causa emozioni spiacevoli di diversa intensità: dal fastidio al nervosismo, dalla preoccupazione all’ansia. Può essere risolta attraverso strategie organizzative personalizzate, ci vuole costanza e disciplina perché le abitudini possono essere cambiate, ma serve impegno sia da parte del cliente che da parte del P.O.
- Quale valore aggiunto offre il Professional Organizer nella gestione di tempo ed energia?
Il P.O. aiuta a capire dove stanno le problematiche più brucianti e quali sono le cose che funzionano. Supporta il cliente nel capire quali risorse sono in gioco e come gestirle al meglio, attraverso consigli pratici e subito applicabili invita la persona a rivedere oggettivamente come viene gestito il tempo e le energie mentali e fisiche. Insieme si stabilisce quali cambiamenti apportare e che tempo darsi per provare il nuovo metodo, in questo modo si fanno piccoli passi avanti che possono portare grandi rivoluzioni nell’affrontare le giornate tendendo ad uno stile di vita sostenibile e soddisfacente.
- Come mai si arriva a non essere in grado di gestire il proprio tempo?
Credo che uno dei problemi sia dovuto alla mole di impegni e input a cui noi tutti vogliamo rispondere. Sappiamo che le 24 ore al giorno non possono diventare di più, ma nonostante questo cerchiamo di farci stare più cose. Il primo passo è capire che è troppo e che se insistiamo a tentare di metterci altro il vaso sarà presto colmo, e traboccherà provocando danni: insoddisfazione, sensi di colpa, mancanza di lucidità, stress.
- Ci sono delle attività che rubano davvero energia a tuo avviso e come mai non le eliminiamo fin da subito?
Distrazioni e interruzioni sono tra le micro-attività di breve durata che rubano molte energie. La notifica di un messaggio whatspp, il segnale visivo dell’arrivo di una mail o una persona che ci interrompe per una veloce informazione sono tutti piccoli ostacoli che rendono nel loro insieme molto faticosa la nostra giornata. Il problema è che spesso non ne siamo consapevoli, in quanto attività brevi e veloci crediamo che non siano dannose e che non incidano sul nostro tempo. Invece non devono essere sottovalutate, il P.O. aiuta ad indentificarle e prevenirle.
- Perché pensi sia importante farsi accompagnare da un professionista in un percorso di miglioramento dello stile di vita?
Da soli è molto difficile affrontare un cambiamento organizzativo, le nostre abitudini sono troppo radicate e spesso facciamo fatica a capire che non sono funzionali o se lo capiamo non è facile cambiarle da soli. Un consulente esterno in poco tempo riesce a capire dove stanno le difficoltà e da gli strumenti per affrontarle. Dopo un percorso con un P.O. ciò che si è imparato influenza positivamente l’approccio organizzativo nel suo complesso e ogni nuova sfida sarà fronteggiata con maggior consapevolezza e abilità.
- E per essere un P.O. che si occupa di stile di vita, che consiglio daresti?
Al Professional Organizer che si occupa di aiutare le persone a migliorare lo stile di vita attraverso l’organizzazione consiglio di studiare e formarsi in maniera continuativa. Il professionista deve conoscere tanti metodi, teorie e soluzioni diverse e adattare tutte le sue conoscenze alle esigenze e al modo di essere del cliente. Questi tipi di interventi sono complessi, ma danno un enorme soddisfazione perché innescano un profondo cambiamento e, si spera, un forte senso di gratitudine nel cliente.