L’organizzazione personale è una tua competenza?
Porsi delle domande è importante. Porsi le domande giuste è fondamentale. Soprattutto per un’azienda che vuole affrontare con efficacia il cambiamento, che investe su crescita e innovazione e che si mette in ascolto dei suoi collaboratori e dipendenti.
Ogni giorno pronunciamo migliaia di parole che rappresentano ciò che pensiamo e che condizionano la nostra attività e giornata. Ma partire dalle domande giuste, che rispecchiano i nostri obiettivi, che tendono al nostro risultato può veramente aiutarci a focalizzare e a mettere in piedi un percorso di formazione professionale e di crescita aziendale che può dare slancio verso un futuro più solido e proficuo.
Allora alcune delle parole che non possono mancare sono organizzazione della persona, ascolto, relazione e comunicazione, interazione, scambio e condivisione. L’identità di un’azienda viene fortemente condizionata dalla modulazione e dalla presenza di queste parole nella cultura aziendale, ma altrettanto condizionata ne risulta la produttività e l’efficacia oltre all’operatività di ogni singolo lavoratore.
Chi misura l’organizzazione personale?
In azienda l’organizzazione personale è molto spesso lasciata all’auto-formazione. Ognuno per sé dedica a questa abilità e competenza impegno, formazione o attenzione in base al grado di appeal che questa competenza ha per ciascuno. È solo di recente che l’organizzazione personale è salita alla ribalta, soprattutto a seguito della diffusione sempre maggiore della modalità di lavoro in smart working in cui è divenuta competenza indispensabile di approccio alle attività, e si è posta all’attenzione soprattutto di quelle aziende che in una logica innovativa hanno cambiato il proprio atteggiamento, raggiungendo la consapevolezza che bisogna accorciare le distanze tra problemi e soluzioni e che hanno individuato nella competenza dell’organizzazione personale il germe della produttività oltre che del raggiungimento della soddisfazione e del benessere personale.
Alcuni strumenti messi a punto da Organizzare Italia come il S.O.P. e il S.O.P. Smart Working consentono all’azienda di fotografare il grado di organizzazione personale in azienda, riuscendo ad ottenere un dato che, oltre ad essere aggregato perché descrive un insieme di persone, consente anche di sapere che per un numero preciso di persone esiste un problema di natura organizzativa e relazionale, che una volta messo in evidenza, può essere compreso, affrontato e risolto. Grazie a un tipo di ascolto che mira a capire ciò che vuole comunicare l’interlocutore è possibile trovare soluzioni preziose e innescare meccanismi virtuosi e proficui per tutti. La formazione personalizzata che parte dal dato rilevato, dalla misurazione dello stile organizzativo, dalla criticità più evidente e più sentita viene indirizzata verso quella soluzione ricercata e attesa da tutti e non solo auspicata. C’è un reale coinvolgimento di tutti, è per questo che il percorso formativo è sentito e si innesca il processo di cambiamento e trasformazione.
A che fine possono essere usati gli strumenti di valutazione dell’organizzazione personale?
Innanzitutto per conoscere lo stato delle cose. È difficile avere un quadro completo, chiaro e immediato di ciò che accade, anche in un’azienda in cui si comunica, ci si impegna per ascoltare e in cui le dimensioni non sono troppo grandi e/o si lavora in presenza. Diventa più complesso quando tutto ciò non è possibile. Ecco perché strumenti di valutazione e misurazione aiutano ad avere il polso della situazione, avere un quadro complessivo della situazione senza però tralasciare nulla. In questa fase di misurazione dello stile organizzativo trova attenzione ogni aspetto dello stile organizzativo della persona in azienda e grazie a una lettura attenta è possibile dare voce a ogni singola esigenza. Inoltre il S.O.P. e S.O.P. Smart Working consentono di misurare come la disorganizzazione impatti su gestione del flusso di lavoro, stato emotivo dei lavoratori e risultati economici aziendali.
