La gestione del tempo con i figli, il sottile confine tra organizzazione ed educazione.
Il Professional Organizer che affianca i genitori nel compito di sviluppare le abilità organizzative all’interno del nucleo famigliare, è il professionista che trasmette strategie, metodi e strumenti, consapevole di quanto siano di forte supporto all’educazione e ad un andamento sereno della piccola “azienda – famiglia”.
Ed è in questa relazione costruttiva ed empatica che spesso il P.O. si trova davanti a quel sottile confine tra organizzazione ed educazione, dove iniziano le buone abitudini organizzative e dove quelle legate all’educare? Essendo il confine cosi impalbabile, il Professional Organizer deve intervenire con grande delicatezza, affinando le proprie capacità di ascolto e comunicazione nel sostenere genitori e figli in un cambio di abitudini.
Per esperienza personale, ho più volte constatato che uno degli argomenti chiave che crea maggior difficoltà è la gestione del tempo. Siamo tutti consapevoli di quanto sia una risorsa preziosa e limitata, ma spesso le persone si trovano, loro malgrado, coinvolte in ritmi frenetici in cui non si dedica la giusta attenzione all’organizzazione, analizzando quali aspetti siano migliorabili o trasformabili, e/o quali abitudini si possano modificare con il chiaro obiettivo di migliorare la qualità della propria vita. È per molti un argomento scottante che si tende a rimandare, invece di affrontarlo nell’intento di ritrovare maggior serenità agevolando positivamente anche le relazioni interpersonali.
In rapporto con i genitori per aiutare i figli
Rivolgersi ad un Professional Organizer per avere un supporto pratico anche nell’apprendere e trasmettere il valore della gestione del tempo, può rivelarsi un passo determinante per migliorare il proprio stile di vita e quello dei propri figli.
Mettere in moto dei cambiamenti, pur essendo consapevoli della necessità di farlo può essere faticoso e rivolgersi ad un professionista dell’organizzazione si rivela spesso risolutivo. È nella relazione con il cliente, dopo un accurato ascolto e affiancandolo sul campo che si individuano le giuste soluzioni pratiche che vanno comunque sperimentate e verificate insieme.
Ho avuto modo di constatare quanto bambini e ragazzi accettano di buon grado un suggerimento che venga da una figura esterna al nucleo famigliare, dando vita ad un rapporto empatico che si traduce naturalmente in nuove prassi pratiche.
Come P.O. suggeriamo di porre attenzione, sin dalla tenera età, allo sviluppo di un rapporto costruttivo con il “tempo”, per comprenderne il valore e coltivare il “giusto passo” negli anni di crescita a venire. I bambini devono essere aiutati a sviluppare la “percezione del tempo” per poi attuare “metodi e strategie organizzative” che li facciano sentire in grado di “gestire se stessi nel tempo” al meglio.
Ma quali sono gli argomenti più complessi legati alla gestione del tempo quando si tratta di bambini e ragazzi?
— La pianificazione dello studio
— La capacità di gestire il proprio tempo al meglio, legato alle varie attività giornaliere
— La gestione dei device, che sia un cellulare o la Play station (che spesso diventa terreno di scontri molto accesi)
Cosa fare e quali strumenti utilizzare?
Non si diventa organizzati dalla sera alla mattina, ma scegliendo un percorso fatto di piccoli passi si raggiungono risultati e soddisfazioni costruttive. Educare all’organizzazione bambini e ragazzi comporta un investimento di energie, pazienza, supporto e anche di un pò di disciplina. I genitori, sono i primi che devono porsi l’obiettivo di trasmettere il valore della gestione del tempo, avendo la certezza che il loro investimento educativo regalerà risultati preziosi.
Nel caso di adulti, bambini e ragazzi, visualizzare il tempo è una chiave importante per poter decidere l’andatura delle proprie giornate.
Si lavora su più piani:
1. Quanto tempo si necessita per fare quella data cosa? (un compito scolastico, un’attività ludica?)
– Per i più piccoli si può creare un orologio in cartone che mostri il movimento delle lancette e che renda visibile li tempo che scorre, realizzarlo con loro, li rende partecipi e consapevoli.
– Per i più grandi, suggeriamo la tecnica del pomodoro, cadenzando il tempo in modo consapevole, aiuta a lavorare più focalizzati e a non perdersi in attività che distraggono.
2. Quanto tempo è giusto dedicare a quella attività? (ad esempio, l’uso corretto dei device o dedicarsi a sistemare la propria camera o collaborare nelle faccende casalinghe)
– Creare una tabella di marcia, in cui vengono indicate le attività da realizzare e quanto tempo dedicare ad ognuna di esse. Questo strumento indica chiaramente le tempistiche concordate insieme ai bambini/ragazzi, che verranno rispettate, evitando inutili discussioni.
– Usare dei moduli prestampati (ideali per lo studio) in cui segnare a che ora si inizia e si conclude un’attività, quali sono le distrazioni e/o le difficoltà incontrate.
3. Come si sviluppa la giornata? La settimana? Il mese? (quante e quali attività posso inserire in quell’arco di tempo e con quali scadenze?)
– Il calendario è uno strumento basilare per impostare e sviluppare la nostra andatura. È opportuno inserire questo strumento nella quotidianità quanto prima per comprenderne
i benefici. Si può iniziare con un calendario della famiglia che illustri la settimana, posizionandolo in un luogo visibile a tutti, cosi facendo, bambini e ragazzi saranno consapevoli delle attività di tutti i componenti del nucleo famigliare, sviluppando rispetto reciproco e collaborando in team.
L’esperienza sul campo
Una mamma mi contattò in quanto il figlio tredicenne passava troppo tempo ai device, a discapito dello studio. La relazione era diventata fortemente conflittuale dettata dalle forti incomprensioni e dalla incapacità di comunicare in serenità.
La mamma sentiva la forte necessità di regolamentare l’uso della Play station, di agevolare la comunicazione con il figlio e di migliorarne la gestione del tempo con la finalità di dedicare maggior attenzione allo studio.
—La prima fase dell’intervento, è stata dedicata all’ascolto, al confronto, ho affrontato la relazione con il ragazzo in maniera serena, diretta ed empatica, modulandomi in relazione alla sua età e confrontandomi su quanto tempo venisse dedicato ad un’attività che lo allontanasse dalle priorità importanti come lo studio inficiando anche negativamente sul suo grado di concentrazione.
È stato importante capire quanto lui per primo, non fosse pienamente consapevole di quanto tempo trascorresse davanti al video, la sua percezione non era realistica.
—Nella seconda fase ci siamo dedicati a creare insieme la “tabella di marcia”, ovvero uno strumento pratico che avrebbe usato per rispettare e monitorare i tempi, ad esso abbiamo affiancato anche l’uso del timer. Aver realizzato questo modulo cartaceo, da attaccare al muro in modo visibile ha permesso di delineare delle regole da rispettare ed ha notevolmente agevolato la relazione con i genitori.
Inserire sane abitudini e regole allenta la tensione e agevola la comunicazione. Una regola si può decidere insieme, in quanto va motivata, ma una volta scelta va rispettata. I genitori per primi sono rimasti felicemente sorpresi nel vedere come il figlio, affrontasse i cambiamenti suggeriti raggiungendo una maggior serenità di tutto il nucleo famigliare.
Ti ricordo le nostre attività
Segue il link ai corsi in affiancamento per genitori, potresti trovare le risposte alle tue necessità ed invogliarti ad iniziare un percorso, in cui io sarò al tuo fianco.
“La chiave non è spendere il tempo, ma investirlo.”
Stephen R. Covey
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